Interviste agli scrittori

Il libro “Un giorno, per caso un professore” di Giuseppe Ranucci

Giuseppe Ranucci vive e lavora a Livorno. È giornalista, scrittore e regista teatrale. In questo romanzo le vittime non sono viste come esseri umani, in carne, ossa e sangue, ma soltanto come ostacoli al ripristino dell’ordine di vita che l’omicida vede messo in pericolo.

Eccoci, curiosi e interessatissimi finalmente conosciamo Giuseppe Ranucci, autore del libro “Un giorno, per caso un professore”.

 

Ci vuole dire come mai è arrivato a questa pubblicazione?

Ho già pubblicato con voi un libro fantasy, “Tommy Managò e la scuola dei prodigi” e sono rimasto soddisfatto per la professionalità e la cura che mettete nel seguire i vostri autori. Perciò ho deciso di affidare nuovamente alla Kimerik questa mia ultima fatica letteraria.

 

Quando e come nasce “Un giorno, per caso un professore”?

Il libro ha avuto la gestazione di circa un anno e poi per scriverlo ci ho messo altri due anni, lavorando circa tre ore al giorno. Gestazione 2019. Scrittura 2020/22. Poi ho lasciato il libro nel cassetto per circa un anno ed infine nell’autunno del 2024 ho deciso di pubblicarlo.

L’idea del libro e quindi della vicenda è nata mentre correvo per le strade periferiche della mia città. Mi spiego. Io amo molto andare a correre. Mi piace il contatto con la natura; mi piace stare solo con me stesso, accompagnato dai miei pensieri e dalle mie riflessioni. Mi piacciono le strade silenziose e solitarie. Una mattina, facendo la mia solita corsetta per una stradina, fiancheggiata solo da villette sempre chiuse, alla periferia della mia città, ebbi, per caso, la ventura di scorgere al di là del cancello di una villetta, un uomo ed una donna che caricavano su un auto un sacco nero della spazzatura. In quel momento scattò l’idea di scrivere questo: “Un giorno, per caso un professore”. Il titolo del libro echeggia un racconto “Se una notte d’inverno, un viaggiatore” di Italo Calvino, un autore che io amo molto.

 

 Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?

Non ho un profilo social. È un peccato mortale?

 

 Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?

Per ora no. Solo qualche idea. Per me comunque, scrivere è molto faticoso.

 

Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?

Mi occupo di teatro. Mi piace portare in palcoscenico, la vita, gli episodi, i drammi, le situazioni comiche, nate dalla fantasia degli scrittori e mutuate dalla vita di tutti i giorni.

 

 Cosa le piace?

 Il sole che sorge e che tramonta ogni giorno. Le albe e i tramonti. Gli alberi che mettono le foglie che poi in autunno diverranno gialle. Gli occhi tristi del mio cane che non portano mai rancore.

 

Cosa non le piace?

Coloro che non sanno apprezzare il sole che sorge e tramonta ogni giorno. Gli alberi che mettono le foglie che poi ingialliranno. Coloro che non riescono a capire gli occhi tristi di un cane che non porta mai rancore.

 

Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?

 La mia famiglia

 

 Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?

 “Le ceneri di Angela” di Frank Mc Court

 

 

C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?

Nell’immaginazione creativa tutto può succedere, tutto è possibile ed anche verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono.