Il libro “L’eco del No” di Ciro Ascione!
Ciro Ascione è nato nel 1959 a Napoli e attualmente vive a Como. È laureato in Ingegneria elettronica e ha lavorato presso una Multinazionale dell’Automotive. Attualmente è in pensione. Ha pubblicato diversi romanzi: Le radici dell’odio (2010); I cavallucci di mare non nuotano in banchi (2012); La passeggiata (2014); In Ogni Cosa (2016); Amore Trasgressivo (2019); L’uomo vestito di ricordi (2021); Omicidio al Reality (2023); Il segreto dei Massoni (2024); Racconti (2024). Ha un sito dove, oltre a una breve descrizione dei suoi romanzi, sono presenti alcune sue poesie e due opere teatrali: www.ciroascione.it
Nuove parole, nuove emozioni. Eccoci con un’altra intervista. Oggi parliamo con Ciro Ascione, autore del libro “L’eco del No”.
Prima di parlare del libro, conosciamo meglio lo scrittore:
Si vuole raccontare in tre righe? Bastano?
Sono un sognatore, ancora oggi che ho superato gli anta. Lo ero ancora di più da bambino. Per questo mi è sempre piaciuto raccontare storie. Da bambino giocavo a soldatini, quelle battaglie, inventate dalla mia fantasia, duravano giorni ed a vincere, alla fine, era sempre il più debole. Sono stati questi i miei primi racconti.
Ci vuole raccontare come mai questo titolo?
Vuole rappresenta la volontà di dire “NO” a tutti i soprusi, da qualsiasi parte essi vengano. Penso che questo modo di essere, quando è radicato dentro di noi, si possa tramettere alle generazioni future passando da padre a figlio comportandosi proprio come un’eco che rimbalza da una montagna ad un’altra ripetendo infinite volte la stessa parola.
Quando e come nasce “L’eco del No”?
Spesso mi trovo a parlare con mio zio Antonio, il fratello di mia madre. Adesso ha 94 anni, diversi acciacchi ma una mente lucida come un uomo di 30 anni. Come me, ha la passione di inventare storie e quando ci sentiamo mi parla a volte del suo ultimo racconto, scritto a penna con una calligrafia quasi indecifrabile. Diverse volte mi ha raccontato della sua vita, di come a nove anni fu “deportato”, questa è la parola che usa per raccontare ciò che gli è accaduto. Da Napoli fu prelevato dalla polizia e portato a Firenze in un centro di rieducazione fascista perché suo nonno, il mio bisnonno, era un antifascista e dovette abbandonare Napoli insieme a suo figlio, il padre di mio zio, per non essere arrestati e deportati chi sa dove.
Ma le leggi fasciste se la presero con il maschio della terza generazione togliendo con la forza mio zio di nove anni dal grembo della madre. Dal racconto di questa drammatica esperienza è nato il mio libro che, in modo romanzato, racconta quindi di un fatto veramente accaduto.
Quindi c’è un luogo o un momento particolare in cui dice: Ecco finalmente adesso scrivo questa storia?
Questo libro si è materializzato dentro di me un po’ alla volta. I vari episodi di cui mio zio mi ha parlato, nel tempo sono diventati vari pezzi di un puzzle che alla fine è diventato un romanzo.
Il momento in cui ho deciso di raccontare questa storia è stato quando ho visto le lacrime scendere lungo il viso di mio zio e la sua voce diventare roca mentre mi diceva del suo ritorno a Napoli dopo i nove anni di prigionia e di come gli amici della sua infanzia si fossero ricordati di lui anche se erano passati tanti anni.
Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Certo, non finirò mai di scrivere. Scrivere per me è un hobby che mi permette di vivere, diverse vite, quelle dei vari personaggi dei miei racconti. Con loro vivo gioie e sofferenze. Adesso sto completando un racconto per ragazzi.
Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
Sono sia su Facebook che su Instagram. Ho messo su un piccolo sito (www.ciroascione.it) dove ho raccolto i miei libri, alcune poesie e due commedie.
Il mio indirizzo di posta è ciroascione@libero.it
Cosa le piace?
Mi piace scrivere storie, mi piace dipingere e fare qualcosa di utile per gli altri.
Mi piace stare con gli amici.
Cosa non le piace?
Non mi piace l’arroganza, l’arrivismo ad ogni costo e la mancanza di rispetto verso gli altri.
Adesso può scegliere. Immagini di dover scegliere. Per il suo libro si augurerebbe una traduzione in inglese o una trasposizione cinematografica?
Sicuramente preferirei una rappresentazione cinematografica. Penso che il mio romanzo si adatti alla perfezione.
Saluti i suoi lettori con un aforisma che parli di lei e delle sue emozioni…
In tutta la mia vita ho sempre avuto un aforisma: “Ognuno ha sempre ciò che merita”.
Questo vuol significare che siamo noi gli artefici di quello che facciamo e siamo noi quelli che possono migliorare o peggiorare la nostra stessa situazione.

