Intervista alla scrittrice Clelia D’Avino
Presentazione-intervista “Fino a casa”
Ci vuole dire come mai è arrivata a questa pubblicazione?
Perché mi piace scrivere da tanto. Poi, a un certo punto, ne ho sentito un vero e proprio bisogno, come conseguenza ad alcuni vissuti familiari importanti che mi hanno segnata. Lì ho sentito, come spiego già un pochino nella prefazione del libro, che le radici, il posto in cui sei nato e cresciuto, e che visceralmente ami, possono essere la motivazione, lo scopo, la carica per andare avanti, non soccombendo agli eventi ma lottando per esse, e con esse.
Quando e come nasce “Fino a casa”?
“Fino a casa” nasce una sera di febbraio, nella penombra del tavolo della cucina, assieme a pensieri e riflessioni di quella giornata, dopo una telefonata importante che mi raggelò il sangue. Questo mi fece riflettere sul non dare mai per scontato tutto quello che di bello ci hanno dato la vita e la famiglia. E l’infanzia, che è stata grazie ai miei genitori, un periodo a dir poco meraviglioso, di cui vivo ancora di rendita. E questa l’ho vissuta in un posto speciale, in cui poi ho deciso di ritornare. A casa.
Ha un profilo social?
No.
Sta scrivendo?
Sì, ho quasi ultimato la stesura di un altro libro. Questo non è una narrativa ma un romanzo; è scritto in prima persona e parla di una Lilli (appunto la protagonista di “Fino a casa”) che cresce. Narra quindi di una Lilli adolescente, che diventa una giovane donna. Questo secondo libro, che farò uscire a breve, è un continuo del primo. Lilli adolescente, con tutte le sue esperienze che farà e da cui è costretta ad imparare. Si tratteranno argomenti come il bullismo a scuola, l’emancipazione femminile, l’aborto, la vera amicizia e l’amore. Tutto questo sempre sotto il cielo di Napoli, descrivendola nei suoi vissuti, nei suoi pregi e difetti. Si ritorna all’importanza delle radici, al posto meraviglioso a cui ho il privilegio di appartenere.
Ha altri progetti letterari nel futuro?
Sì, ci saranno altri libri su Lilli, seguiremo tutto il suo percorso di vita.
Di cosa si occupa? Vuole raccontarci qualcosa della sua vita privata?
Sono autrice e scrittrice.
Scrivo, scrivo, scrivo, e scrivo. Dedico molte ore al giorno alla scrittura.
Mi dedico alla mia famiglia, ai miei figli.
Mi diletto nel volontariato, che svolgo regolarmente. Penso sia meraviglioso poter aiutare chi è meno fortunato di noi in campo materiale, emotivo, spirituale e fisico. Credo sia una soddisfazione senza paragoni, vedere la gioia trasferirsi da te a loro.
Cosa le piace?
Mi piace molto leggere, dipingere e disegnare, organizzando piccole mostre di pittura. Spero anche queste riescano a rappresentare parte dell’importanza che l’arte ha nella mia vita, parte di quelle che sono le mie passioni.
Cosa non le piace?
Non mi piace tutto quello che viene imposto, tutto quello che bisogna fare o dire per semplice formalità, convenienza o senso del dovere. Non mi piacciono le regole, le imposizioni, la mediocrità e mi spaventa la superficialità, quella dell’animo, intendo.
Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
La famiglia, da buona napoletana, e le radici, il posto in cui si è cresciuti. Per me è vitale e fondamentale guardare in fondo a quello che succede, in fondo agli avvenimenti. Guardare dietro e prima di ogni cosa, per trovarne un insegnamento, una morale, un arricchimento personale.
Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
Ce ne sono moltissimi, leggo parecchio nel fine settimana. Mi piace molto la scrittura della Ferrante (partenopea come me), il suo stile lineare ma profondo. Forse tra i più belli che ho letto negli ultimi mesi c’è “La felicità” di Hermann Hesse. Amo il suo stile descrittivo, ed in questo libro, che ho divorato in una notte, ho imparato tanto sulla semplicità della felicità, che risiede in tante piccole cose intorno a noi. Che questa vita non è mai banale e che va cercata, gustata e ognuno di noi può trovarla nel profondo di se stesso. Tutti possiamo trovarla e provarla, dipende da noi.
C’è un motto o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
Che mi caratterizzi no, sono abbastanza imprendibile…
Un aforisma però che condivido, è quello di Oscar Wilde, ovvero:
“ La spiegazione di questo mondo è data dall’amore. L’educazione è una cosa ammirevole, ma è bene ricordare, di tanto in tanto, che nulla che valga la pena di conoscere si può insegnare”.