Intervista allo scrittore Marco Goisis
Marco Goisis, classe 1963, è un medico. Vive e lavora in provincia di Bergamo. Fotografie – Ricordi. Racconti. Frammenti dei miei giorni è il suo primo libro di narrativa.
Eccoci, curiosi e interessatissimi finalmente conosciamo Marco Goisis, autore del libro “Fotografie – Ricordi. Racconti. Frammenti dei miei giorni.”.
Ci vuole dire come mai è arrivato a questa pubblicazione?
Scrivo da quando ero un bambino. Ho sempre sentito l’urgenza di ‘fissare’ le emozioni. Non mi basta provarle, voglio scriverle perché il tempo non le cancelli. La scrittura mi è servita nel corso della vita a fare chiarezza quand’ero confuso. Scrivere mi aiutava a mettere ordine, a vedere quanto avevo dentro e, se non bello, a prenderne le distanze. Ho pensato, da adulto, che il bagaglio delle storie, dei ricordi, delle emozioni accumulate fosse importante condividerlo. Ho raccolto questo bagaglio e sono arrivato a pubblicarlo.
Quando e come nasce “Fotografie – Ricordi. Racconti. Frammenti dei miei giorni.”?
Ho un sito web di fotografie: www.marcogoisis.com
La fotografia è, con la scrittura, l’altra passione della mia vita.
Nella sezione blog del mio sito, negli ultimi tre anni, ho raccolto racconti e ricordi, momenti del presente e del passato, allegando a ogni pagina una fotografia. Visto il gradimento mostrato dai lettori del blog, ho pensato, circa un anno fa, di raccogliere questi frammenti e scrivere un libro. E’ così nato “Fotografie”.
Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
https://www.facebook.com/marco.goisis
https://www.instagram.com/marcogoisis/
Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Sto scrivendo un altro libro sulle storie e sulle leggende delle valli bergamasche, le valli di Bergamo, la mia città, dove vado spesso a camminare. La montagna è con la scrittura e la fotografia un altro motivo per amare la vita.
Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?
Sono un medico. Laureato a Milano nel 1989, da sempre svolgo l’attività di dentista in uno studio di Verdello, in provincia di Bergamo. Abito a Treviglio, pochi chilometri più a sud di Verdello. Bergamo, Verdello, Treviglio, le montagne bergamasche, le Orobie, sono i luoghi in cui è ambientato il mio libro “Fotografie”.
Ho tre figli, oggi grandi. Il primo ha 28 anni, il terzo 24. Sono divorziato. Al momento in cui scrivo sono single. Non è facile trovare l’amore. Nel libro ne parlo.
Trascorro molte ore delle mie giornate in studio a lavorare. Nel tempo libero fotografo, scrivo, cammino. Seguo alla televisione le partite di calcio della mia squadra, l’Atalanta. Quando vince, la giornata prende una piega felice. Quando perde, m’incupisco.
Cosa le piace?
Della scrittura, della fotografia e della montagna ho già detto.
Cosa mi piace? Tutto ciò che fa rima con la bellezza. Un’opera d’arte, un buon libro, un concerto di Mozart, un tramonto. La pace, non solo quella interiore.
Mi piacciono le cose semplici ma fatte bene. Minimalista nell’arredamento e nei vestiti. Le mie fotografie sono essenziali, pochi elementi, pulite; generalmente in bianco e nero.
Cosa non le piace?
Il pressapochismo. Chi fa le cose tanto per farle e non presta attenzione ai dettagli, alle finiture.
L’aggressività e la maleducazione. Ho un carattere mite. Non mi piace litigare. Chi alza la voce e si sfoga mi spaventa.
Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
La perseveranza, la resilienza, la forza interiore. Non arrendersi mai, anche quando il mare è in tempesta e il porto più vicino è lontano.
Mi sono avvicinato negli ultimi anni al buddismo, trovando sostegno, tanta saggezza e umanità.
Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
“Norwegian wood” di Murakami.
C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
Non so. Cito due aforismi che mi accompagnano da anni, fanno ormai parte di me.
“La vita merita di essere vissuta, sempre”. Una frase di mia madre, poco prima di morire. E’ la frase con cui chiudo “Fotografie”
E un aforisma attribuito a Seneca: “Anche se il timore avrà sempre più argomenti, tu scegli la speranza”.