Il libro “Trilogia degli Orlando” di Toni Mavilia!
Toni Mavilia vive a Roma dove si è laureato in Scienze biologiche alla ‘Sapienza’ e ha conseguito il tesserino di giornalista professionista. È stato docente di Scienze naturali, Chimica e Biologia.
Il libro di cui parliamo oggi è ‘Trilogia degli Orlando’, saga famigliare che si dipana nell’arco di sessanta anni a partire dal fascismo per arrivare all’epoca berlusconiana. Riunisce tre romanzi: ‘Onda lunga’, ‘Contro corrente’, già pubblicati, e ‘Alla deriva, inedito. Diversi riferimenti autobiografici compaiono all’interno della trilogia.
Oltre alla Trilogia degli Orlando ha pubblicato i seguenti romanzi:
- ‘Un cubo un cane un uomo’ (Casa Editrice Kimerik, Patti 2024)
Racconta la storia incredibile e avventurosa di un uomo sbalzato accidentalmente e sventuratamente nel passato. L’obiettivo è far riflettere sui problemi che ci prospetta il nostro prossimo futuro.
- Tre chiodi cinque piaghe (Casa Editrice Kimerik, Patti, 2024)
È un romanzo ambientato negli anni ‘70. Segue le vicende di un gruppo di giovani universitari in vacanza alle Isole Eolie. Una orribile tragedia segnerà per sempre le loro vite e li catapulterà nel mondo degli adulti.
- Insensato viaggio (Mauro Pagliai editore – Polistampa, Firenze, 2019)
Propone una vicenda corale che si svolge in una domenica d’estate del 1961 nel popolare rione romano di Testaccio. I protagonisti sono giovani in cerca d’identità e di riscatto coinvolti in una intricata vicenda.
Nuove parole, nuove emozioni. Eccoci con un’altra intervista. Oggi parliamo Toni Mavilia, Autore del libro “Trilogia degli Orlando”.
C’è un luogo o un momento particolare in cui dice: “Ecco, finalmente adesso scrivo questo libro”?
Sì, circa venti anni fa. Avevo preso degli appunti in memoria di mio padre e chiedevo particolari della sua storia a parenti e a persone che l’avevano conosciuto. Accumulavo notizie contraddittorie e frammentarie. Mi accorgevo nel frattempo che in tanti avevano perso in guerra i loro cari, genitori e nonni, altri erano rimasti sotto le macerie di un bombardamento, altri ancora erano tornati reduci dalla prigionia. E allora ho dato modo alla mia fantasia di ricucire con un solo filo conduttore quei racconti sgangherati. Così è nato ‘Onda lunga’, il mio romanzo d’esordio.
La vicenda si svolge in tre diversi luoghi fisici e temporali, in tre contesti differenti. Il protagonista non è un eroe, è un uomo deluso dalla vita, dalla guerra; testardo come può essere un siciliano e disperatamente resistente, almeno fino a che la giovinezza glielo consente. Nino desidera un’esistenza ‘normale’, vuole ciò che gli spetta per il lavoro svolto, per le energie profuse. Ma ogni volta i suoi desideri vengono vanificati. Rientrato in Italia cercherà ossessivamente la verità sull’omicidio del fratello, una verità scottante che lo porrà in contrasto con forze subdole e impenetrabili. E, dato le che istituzioni sono inaffidabili, come tanti siciliani è costretto alla dura scelta se affidarsi alle iniziative personali oppure rassegnarsi alle logiche del potere.
Quando e come nasce “Trilogia degli Orlando”? Per quale motivo ha voluto dare un seguito al primo romanzo?
L’idea della trilogia nasce dopo la pubblicazione, con un certo successo, dei primi due romanzi; sentivo la necessità di dare alcune risposte a interrogativi rimasti in sospeso. Avevo intrecciato la storia italiana del dopoguerra con l’umile vita quotidiana delle persone: mi sembrava necessario cercare di aprire quell’enorme armadio pieno di scheletri che è stata la politica italiana del dopoguerra e la nostra zoppa democrazia eterodiretta dai servizi segreti americani.
‘Contro corrente’ raccoglie il filo delle vicende narrate nel precedente romanzo, per intrecciarlo ulteriormente. Introduce nuovi personaggi, cerca di scavare nella loro psicologia. Ho cercato di sorprendere il lettore con repentini colpi di scena e variazioni del ritmo narrativo. Il protagonista appartiene alla seconda generazione degli Orlando, ma viene preso di mira dagli stessi poteri occulti che hanno tormentato il padre. Lui, ma anche il suo antagonista, da quel momento verranno coinvolti in una sequenza di colpi di scena, in avvenimenti destinati a cambiare le loro vite.
‘Alla deriva’, il terzo romanzo della serie, chiude degnamente una lunga e appassionante vicenda che si intreccia con gli avvenimenti storici più oscuri e importanti della storia del nostro Paese. Il nostro protagonista dovrà chiudere definitivamente i conti con il proprio passato. Ha attraversato momenti di grande difficoltà, di privazioni e sofferenze, si è preso delle rivincite che però lo hanno lasciato con l’amaro in bocca e sempre più solo. Eppure qualcuno continua a perseguitarlo.
Toni Mavilia ha un profilo social? Ci vuole dare il suo domicilio virtuale?
Mi potete trovare su instagram (#tonimavilia6) o su facebook.
Mi permetta una battuta e mi faccia citare Marzullo: “Si faccia una domanda e si dia una risposta”.
Di domande me ne faccio a migliaia e per la maggior parte non trovo la risposta. Credo però di comprendere il motivo per cui le cose non vanno così bene, né in Italia né nel resto del mondo. Ma voglio restare sul pezzo, cioè sulle tematiche che la ‘Trilogia degli Orlando’ propone, ovvero l’uso strumentale del potere per ingannare la popolazione, anche grazie a una stampa asservita, e per spostare l’asse dei governi sempre più a destra in una rincorsa che ci sta portando verso l’abisso della guerra.
Sostanzialmente la politica italiana persegue ancora oggi gli stessi obiettivi della politica descritta nel romanzo, mediante quella strategia che fu detta ‘della tensione’, orchestrata dalla Cia e dai servizi segreti italiani, con stragi e tentativi di golpe, utilizzo del terrorismo di marca fascista e strumentalizzazione del terrorismo di marca brigatista. E poi con i tentativi di Gelli e Berlusconi per mettere sotto controllo stampa e magistratura.
Tanti quesiti mi passano per la testa.
– Perché il nostro governo continua a sottomettersi al volere della potenza Usa?
La situazione in Italia è talmente triste, per la qualità della vita e per la retribuzione del lavoro, per la scuola, l’informazione e la sanità, che altre domande mi vengono in mente, ad esempio:
– Perché i nostri giovani più brillanti fuggono all’estero?
– Perché dobbiamo importare medici e infermieri da Cuba?
Per non parlare delle preoccupazioni che ci dà una situazione internazionale delicatissima, sulla quale l’Italia e l’Europa sono spettatrici passive. In questi anni di fascismo strisciante, di moltiplicazione delle autocrazie, di capi di stato afflitti da delirio di onnipotenza a cui abbiamo affidato le sorti del mondo, altre domande vengono in mente:
– Perché l’Onu non riesce più a dare un contributo decisivo per la risoluzione dei conflitti?
– Perché abbiamo atteso che si spianasse Gaza per ammettere che c’è in atto un genocidio?
– Perché non si è arrivati a un accordo due anni fa per risolvere il conflitto Russia-Ucraina?
– Perché l’Ue, invece di negoziare, cerca ogni pretesto per fomentare la terza guerra mondiale?
In questi tempi grami in cui il rigurgito delle idee fasciste avanza in tutto il mondo occidentale, dove le guerre e lo sterminio dell’avversario sono le uniche risposte utilizzate per risolvere i conflitti, dove le organizzazioni della comunità internazionale non hanno più né potere né capacità di intervenire pacificamente, la domanda è sempre la stessa, quella che Francesco Guccini poneva a conclusione della sua ‘Auschwitz’:
“Io chiedo quando sarà
che l’uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare
e il vento si poserà”
Una domanda senza risposta.
Cosa le piace?
Le minoranze che hanno ancora a cuore le sorti dell’umanità; le associazioni di volontariato senza scopo di lucro che si occupano di rendere il nostro piccolo mondo un luogo più accogliente, di offrire sanità nei paesi più a rischio, di proteggere l’ambiente e di portare solidarietà.
Cosa non le piace?
Il fatto che il 10% degli italiani possegga il 60% della ricchezza del paese e che il 50% della popolazione ne abbia solo il 7,4%.
Il fatto che esistano singole persone che possono percepire 1000 miliardi di dollari per il raggiungimento di particolari obiettivi finanziari!
Immagini di dover scegliere. Per il suo libro si augurerebbe una traduzione in inglese o un’adozione universitaria?
Mi piacerebbe che fosse letto da studenti universitari, ma consiglierei la lettura anche agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Il suo pubblico ideale ha 20, 50 o 70 anni? Ha un target di riferimento?
I giovani. Proprio coloro che non hanno vissuto quel lungo periodo di storia del Novecento. Dai 40 anni in poi chiunque può attingere dalla sua esperienza personale per riconoscere il clima in cui si svolgono le situazioni e le avventure descritte nella trilogia di romanzi. Eppure non si tratta di un romanzo storico. Il contesto storico è solo lo sfondo di vicende umane intriganti e avventurose, di intrecci e di personaggi dalle caratteristiche spesso complesse.
Una saga famigliare che invita alla riflessione con una trama avvincente per scoprire, o riscoprire, il nostro passato prossimo.
Saluti i suoi lettori con un aforisma o una citazione che parli di lei e delle sue emozioni…
Un romanzo è come una casa. Devi costruirlo mattone per mattone. Devi fargli robuste fondamenta, un bel pavimento, solido, ma non puoi lasciarlo senza un tetto, senza conclusione plausibile. Devi curare i dettagli, come in una casa gli intonaci, gli infissi…

