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Intervista a Maria Stella per il libro “Non ti ho mai salutato”

Maria Stella nasce a Prato il 16 settembre 1957. Si diploma nel settore estetico diventando titolare di un centro tutto suo. Cessa l’attività dopo dieci anni dedicandosi ai suoi due figli, uno dei quali l’ha resa orgogliosamente nonna. Attualmente infatti si prende cura del suo amorevole nipotino. Coltiva da sempre la passione per la scrittura. Dedica la sua vita all’amore, anche quando non ricambiato. Un’amicizia in particolare entra nel suo cuore e rimane per sempre, sfidando i limiti della vita terrena. Decide di pubblicare questa storia come confessione, rassicurazione e monito: ci sarà sempre un domani.

Oggi è qui con noi e ci parlerà un po’ di sé e del libro “Non ti ho mai salutato”.
Ci vuole dire com’è arrivato a questa pubblicazione?
La storia che ho scritto è stata per me una forte necessità di colmare un forte dolore che stavo vivendo. Due anni fa ho perso tragicamente un mio carissimo amico, non riuscivo ad accettare questo avvenimento, mi facevo mille domande senza avere nessuna risposta. Era troppo pesante da sopportare la sua mancanza, resa ancora più forte dalla consapevolezza che non lo avrei mai più né visto né sentito.

Quando e come nasce “Non ti ho mai salutato”?
Come è sempre stato mio solito fare, la penna e il foglio sono diventati un colloquio con il mio io interiore ed è lì che nasce la storia di Marco. Ed è lì che tra disperazione e pianti ho avuto la mia risposta. Non è stato facile, ho affrontato argomenti molto dolorosi intervallati da pause di riflessione. Dentro di me però cresceva la consapevolezza che la storia di questo ragazzo stesse diventando un messaggio, sia per me sia per chi lo avrebbe letto. Si parla di un’infanzia, un’adolescenza con i grandi cambiamenti che avvengono; di un grande amore che lascia profonde ferite; di devianti coinvolgimenti; di disperazione; di ritorno ad un amore assoluto.

Da dove trae ispirazione per le sue storie?
Le mie storie nascono da (emozioni dettate da avvenimenti da me vissuti e) sensazioni, domande dei miei giornalieri vissuti coinvolgimenti, che come prima dicevo, trovano motivo di essere se riportati sulle mie carissime pagine, ogni scritto è parte di me.

Quali altri progetti letterari nel cassetto?
Proprio per le mie tante domande in cerca di risposte, ho iniziato a riempire tante pagine con una storia ambientata in tempi lontanissimi. Se ne parlerà negli anni della mia storia ma non perché è la mia storia ma impensabilmente è mantenuta in vita da tutti noi. E noi la staremo ad ascoltare con tanta curiosità pensandola la storia del mondo.

Vorremmo conoscere qualcosa di più su di lei. Quale genere la attrae maggiormente?
Ho letto e leggo tantissimo. Le mie letture più amate sono quelle storie che rappresentano veri percorsi di vita anche romanzati ma piuttosto impegnativi, vedi Matteo Strukul con tutta la storia dei Medici; Jeanne Kalogridis con importanti racconti di personaggi anch’essi storici, e tanti tanti altri; Ildefonso Falcones con due meravigliosi racconti: La cattedrale del mare e Gli eredi della terra. Non riesco a leggere libri se non mi coinvolgono fortemente. Voglio entrare nel loro mondo con tutta me stessa già dalle prime pagine.

Un libro che consiglierebbe a tutti?
Consiglierei per chi ha le mie stesse esigenze di lettura anche la trilogia di Paullina Simons che parte con Il cavaliere d’inverno. Descritta in maniera tale che ti trovi immersa in quei tempi e in quei luoghi.

Coltiva altri interessi?
L’interesse più bello che coltivo oltre alla scrittura è il mio meraviglioso nipotino che mi ha fatto rivivere la bellissima sensazione di essere mamma in questo caso seconda mamma e non rimane tempo per altro. La cosa alla quale non mancherei mai è scrivere. Mi mantiene viva e in equilibrio con me stessa.

C’è un motto, una frase o una canzone che le piace particolarmente?
Una volta mi fu suggerita questa frase e la ricordo ancora con interesse: “La mente che scrive è necessaria alle menti che non scrivono”.

Alla prossima emozione condivisa e buona lettura:
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