Intervista alla scrittrice Maria Teresa Crinò
Maria Teresa Crinò, nata a Barcellona P.G. (ME) nel 1973, è sposata, ha due figli, insegna Lettere all’Istituto Comprensivo “B. Genovese” della sua città. Scrive poesie, filastrocche e racconti. Nel 2010 la poesia Novembre è stata inserita in AA.VV., Dal manoscritto al libro, Giulio Perrone editore. Con la casa editrice Pagine ha pubblicato alcune poesie nella collana Percezioni. C’è ancora tempo, Terry è il suo primo romanzo. Maria Teresa dice di sé: “La lettura e la scrittura sono le mie passioni. Quando scrivo mi sento libera perché posso esprimere pienamente me stessa e la mia vena creativa”.
Eccoci, curiosi e interessatissimi finalmente conosciamo Maria Teresa Crinò, autrice del libro “C’è ancora tempo, Terry”.
Ci vuole dire come mai è arrivata a questa pubblicazione?
Amo scrivere sin da quando ero ragazza, cominciando con delle poesie, poi con filastrocche che scrivevo per dilettare i miei figli quando erano bambini; in seguito ho scritto qualche racconto. Ho pubblicato alcune poesie nella collana “Percezioni” della casa editrice “Pagine”, ma “C’è ancora tempo, Terry” è il mio primo romanzo, pubblicato dalla casa editrice “Kimerik”. È un fantasy urbano, quindi un romanzo per ragazzi, ma può essere letto fino a 120 anni!
Quando e come nasce “C’è ancora tempo, Terry”?
L’ispirazione è nata diversi anni fa, ma inizialmente non avevo intenzione di scrivere un romanzo. Pensavo più che altro ad una serie di racconti incentrati su Teresa Arpotta e i temporatori, questi oggetti misteriosi che portano indietro nel tempo chi ha commesso un errore e vuole porvi rimedio. Poi, man mano che esprimevo la mia vena creativa, le storie si intrecciavano, si presentavano nuovi personaggi e la vicenda di Teresa diventava più complessa, fino a prendere la forma di un romanzo.
Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
Sì, mi potete trovare sia su Facebook sia su Instagram, sempre con il nome per intero Maria Teresa Crinò.
Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Sto lavorando al secondo volume di “C’è ancora tempo, Terry”, perché le vicende di Teresa Arpotta non terminano qui. Ho anche delle altre storie in mente, anche delle fiabe.
Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autrice, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?
Sono sposata, ho un figlio di 22 anni e una figlia di 18. Insegno Lettere in una scuola secondaria di primo grado di Barcellona Pozzo di Gotto, la città in cui sono nata e vivo. Detta così, sembrerebbe una vita monotona e ripetitiva, e invece no, è tutt’altro! Non ho mai il tempo di annoiarmi perché le giornate dell’insegnante non sono mai tutte uguali: i ragazzi sono una continua sorpresa. In famiglia, poi, c’è tanto da fare e quando arriva la sera mi trovo sempre a pensare che avrei bisogno più tempo… a dispetto del titolo del mio romanzo!
Cosa le piace?
Mi piace, ovviamente, leggere e poter discutere con altri dei libri che leggo. Amo il teatro e la musica, ma non amo la vita mondana. Mi piace cucinare i dolci, specialmente al cioccolato e in compagnia di mia figlia.
Cosa non le piace?
Qualunque cosa faccia, non mi piace doverla fare di corsa e in modo sbrigativo.
Nei rapporti interpersonali, amo la correttezza: non tollero la falsità, la competizione aggressiva, la slealtà, l’opportunismo, l’ipocrisia.
Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
Reputo fondamentale l’amore della mia famiglia e delle persone che mi vogliono bene, le amicizie vere, quelle che resistono all’usura del tempo.
Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
Io leggo in modo disordinato, secondo l’umore del momento e non tengo liste di lettura, quindi non sempre ricordo il periodo in cui ho letto un libro piuttosto che un altro. Sono certa però che il libro più bello letto negli ultimi tre anni sia “Non lasciarmi” di Kazuo Ishiguro.
C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
Ritornando al tempo, che è il tema centrale del mio libro, rispondo con una citazione di Clive Staples Lewis, l’autore delle Cronache di Narnia: “Non puoi tornare indietro e cambiare l’inizio, ma puoi iniziare dove sei e cambiare il finale.”