Il libro “Punti di sVista” di Zeno Molgora!
Zeno Molgora è nato a Milano nel 1993.
Fin da giovane ha mostrato un carattere profondo, resiliente e fortemente adattivo. Dove altri vedono caos, lui cerca connessioni; dove c’è etichetta, lui va oltre; dove la vita costringe, lui trasforma.
Diplomato all’Istituto Alberghiero, ha lavorato in ristoranti e hotel di alto livello, ambienti in cui ha affinato spirito d’osservazione, autodisciplina e contatto umano. Ma la sua vera formazione è avvenuta fuori dagli schemi: nei laboratori, nei mercatini, nelle periferie, tra le mani e la strada. Lì dove la vita non si insegna, si sopravvive. E si impara davvero.
Poeta e scrittore fin dall’adolescenza, ha sempre vissuto la parola come una necessità, non come un mestiere. Scrive per comprendersi, per opporsi, per guarire.
Tatuatore per scelta espressiva, restauratore per amore del tempo, falegname per manualità innata, ha gestito una bancarella di compravendita di antiquariato, dando nuova vita a oggetti dimenticati. Recuperava, rivendeva e reinvestiva, in un’economia artigianale e circolare che racconta bene la sua mentalità: fare bellezza dove altri vedono solo scarto.
In ogni gesto, Zeno rivendica il valore della seconda possibilità, sia per le cose che per le persone.
Ha operato anche negli sgomberi, raccogliendo storie prima ancora che mobili. Sapeva riconoscere il dolore nascosto tra i resti, senza giudicare.
È stato attivo nel volontariato per la tutela degli animali, collaborando con associazioni di cani e gatti in raccolte di cibo e staffette solidali.
Vive di creatività, manualità, intuizione e senso pratico, ma il motore di tutto è la coscienza. La sua vita ha senso solo se serve a qualcosa di più grande: fare del bene, tendere la mano, trasformare il vissuto in possibilità per altri.
È un uomo multipotenziale, capace di adattarsi e dare il meglio di sé proprio sotto pressione, nelle situazioni più dure.
Non si è mai fermato alla facciata, ha sempre preferito scavare: nelle cose, nelle persone, nei contesti. Con equilibrio, lucidità e forza interiore.
Durante la pandemia di COVID-19 ha continuato a lavorare come operatore ecologico, testimone diretto del vuoto, del controllo e delle contraddizioni vissute nelle strade italiane. Proprio da quell’osservatorio “sporcato di realtà”, ha sentito il bisogno di agire: ha fondato il Movimento Italiano No Green Pass, diventando in poco tempo una delle voci più note e riconoscibili del dissenso civile in Italia.
Non per cercare visibilità, ma perché non farlo sarebbe stato un tradimento verso la propria coscienza.
Padre di una bambina a cui dedica ogni gesto di riscatto, ha sempre scelto la strada più difficile: quella che non cerca approvazione, ma coerenza.
Per lui essere padre è una responsabilità sacra, un esempio che si dà anche quando costa.
Tra le passioni che coltiva da anni in modo autodidatta, spiccano il prepping e il bushcraft, due discipline complementari che raccontano un diverso modo di stare al mondo.
Il prepping è l’arte del prepararsi ad affrontare scenari di crisi – come emergenze naturali, interruzioni dei servizi essenziali o instabilità sociale – sviluppando autonomia, consapevolezza e capacità di adattamento.
Il bushcraft, invece, è l’insieme di tecniche pratiche per vivere e sopravvivere nella natura con il minimo indispensabile: accendere un fuoco senza accendino, costruire un riparo, orientarsi, raccogliere cibo, rispettare l’ambiente.
Non si tratta solo di “fare senza”, ma di riconnettersi all’essenziale, a quel sapere antico che la civiltà moderna ha dimenticato.
Per Zeno, studiare queste pratiche significa allenarsi alla libertà, al rispetto, alla presenza.
In un mondo fragile e ipercontrollato, sapere cavarsela da soli non è paranoia: è lucidità. È un modo di abitare il mondo con più coscienza, meno paura, e molta più verità.
Non appartiene a partiti, ideologie o bandiere. È un autore indipendente, guidato solo dalla volontà di raccontare ciò che ha vissuto, senza filtri, senza padroni, senza paura.
Punti di sVista è la sua prima opera autobiografica. Un libro che non chiede di essere creduto, ma letto con mente aperta e cuore vivo.
Un’opera nata non per esibire, ma per servire. Per smuovere coscienze, far nascere domande, accendere luci interiori.
Perché ogni parola – se vera – può diventare cura, lotta, ponte.
Il per sempre e il mai hanno bisogno della stessa determinazione.
L”autore, ad oggi, vanta decine di migliaia di followers sui principali social network, ecco il suo sito personale: https://www.zenomolgora.it.
Nuove parole, nuove emozioni. Eccoci con un’altra intervista. Oggi parliamo con Zeno Molgora, autore del libro “Punti di sVista”.
Prima di parlare del libro, conosciamo meglio lo scrittore:
Si vuole raccontare in tre righe? Bastano?
Guarda, più che raccontarmi riga per riga, io vorrei che la gente imparasse a leggere fra le righe. Perché lì dentro c’è tutto. Ho scritto un libro intero apposta, con migliaia di righe… ma quelle che parlano davvero di me sono proprio quelle che non si leggono subito. Diciamo che Punti di sVista è un po’ come me: se lo leggi di corsa non ci capisci niente, ma se ti fermi un attimo e guardi bene, trovi tutto.
Ci vuole raccontare come mai questo titolo?
Il titolo nasce da un gioco di parole, ma anche da un concetto molto semplice. Durante la pandemia ci sono state date tantissime informazioni, ma quasi tutte provenivano da un unico punto di vista. E quando c’è un solo punto di vista, inevitabilmente si creano dei punti di svista.
Con il tempo mi sono accorto che la realtà è fatta di tante angolazioni diverse, e che ognuna racconta una parte di verità. Guardare le cose da più punti di vista — anche da quelli che all’inizio sembrano sbagliati o secondari — aiuta a capire molto di più, perché solo mettendo insieme tutti i frammenti riesci a vedere davvero l’insieme.
Ecco, Punti di sVista nasce proprio da questo: non per dire “io ho capito tutto”, ma per condividere il percorso di chi ha iniziato a farsi domande, a confrontare versioni diverse e a non accontentarsi della prima risposta.
Perché, alla fine, basta cambiare angolazione per rendersi conto che molti di quei punti di svista, col tempo, si sono rivelati tutt’altro che sviste.
Quando e come nasce “Punti di sVista”?
Punti di sVista nasce nel pieno del periodo Green Pass, quando le manifestazioni erano già iniziate ma quello che si vedeva in televisione o sui giornali non rappresentava davvero ciò che stava accadendo nelle piazze. Più che informare, si tendeva spesso ad accentuare una certa narrazione, omettendo una parte importante della realtà. E questo, nella maggior parte dei casi, ha finito per mettere le persone una contro l’altra.
Da lì è nata l’esigenza di raccontare quella storia in modo completo, umano e reale. Non per dividere, ma per unire i pezzi di un racconto che era stato frammentato. Per dare voce anche a chi, in quel periodo, è stato frainteso, etichettato o semplicemente ignorato.
Quando poi il Green Pass è stato abolito, il libro è rimasto un po’ nel cassetto. Ho voluto lasciar passare del tempo, osservare, capire se qualcuno avrebbe provato a raccontare davvero quel periodo con equilibrio. Ma nessuno l’ha fatto, e allora ho deciso di farlo io, nel modo più sincero possibile, lasciando nero su bianco una testimonianza che resti.
Oggi quella testimonianza è arrivata anche dove non mi aspettavo: diverse università italiane l’hanno inserita nei loro cataloghi, a seguito della mia donazione, così che gli studenti possano leggerla e studiarla, per comprendere davvero un pezzo di storia che ci riguarda tutti.
Quindi c’è un luogo o un momento particolare in cui dice: Ecco finalmente adesso scrivo questa storia?
Non c’è stato un posto preciso, ma un modo preciso. Ho iniziato semplicemente a scrivere qualche pensiero nelle note del mio vecchio cellulare, senza nemmeno sapere se un giorno sarebbe diventato davvero un libro. Avrei voluto che lo fosse, certo, ma non ne avevo la certezza.
Ricordo che quel cellulare aveva anche il touch che non funzionava benissimo, e scrivere era una fatica — non tanto perché fosse difficile di per sé, ma perché non avevo un posto preciso, né sempre con me carta e penna, o la possibilità di sedermi e mettere giù qualcosa fatto bene.
Io sono una persona di cuore, e quando arrivava il momento giusto, ovunque mi trovassi, scrivevo un pezzettino. Un pensiero, una frase, qualcosa che sentivo nel profondo e non volevo perdere.
Poi ho iniziato a salvare quei pensieri in piccoli documenti e, un po’ alla volta, li portavo a stampare. Li leggevo, li mettevo insieme… e paf!, mi sono ritrovato davanti a una specie di abbozzo di libro.
Da lì ho capito che quella cosa meritava di crescere. Ho preso quell’abbozzo, l’ho ampliato, sistemato, approfondito — e così, passo dopo passo, è diventato Punti di sVista, un libro vero e proprio.
Nel periodo in cui sono stato in televisione e parlavo per primo del movimento No Green Pass, quegli abbozzi di libro già esistevano, anche se in pochi lo sapevano. Proprio in quel periodo mi sono arrivate diverse proposte editoriali, ma spesso da persone che non immaginavano nemmeno che dietro le quinte ci fosse già un progetto in corso.
Molte di quelle proposte, poi, mi davano la sensazione che avrei dovuto modificare o filtrare alcune parti, come se non potessi dire le cose esattamente nel modo in cui le sentivo.
E allora, per essere sicuro al cento per cento di poter supervisionare ogni parola del mio libro — e, soprattutto, per evitare qualsiasi forma di censura o manipolazione — ho preferito aspettare. Ho aspettato il momento giusto, l’occasione in cui avrei potuto scrivere in totale libertà.
E quando quella occasione è arrivata, il libro è stato ultimato e pubblicato.
La cosa che mi rende più felice è che il risultato finale ha mantenuto intatta l’anima di quello che avevo scritto all’inizio: non è stato stravolto, non è diventato altro. È semplicemente la versione più completa e matura dello stesso pensiero che, fin dall’inizio, volevo condividere.
Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Di progetti letterari ne ho ancora, perché io sono un artista e mi piace creare a prescindere. Ho sempre voglia di raccontare, ma anche di approfondire: quello che è già stato detto, quello che forse non è stato capito fino in fondo, e quello che ci sarà ancora da raccontare.
Però, in questo momento, vorrei che le persone si fermassero un po’ di più su ciò che ho già scritto. Vorrei che Punti di sVista venisse letto con calma, compreso davvero, perché dentro c’è tanto — non solo la mia storia, ma anche quella di un periodo che ci ha toccato tutti.
Prima di pensare a nuovi progetti, per me è importante che il messaggio di questo libro arrivi dove deve arrivare.
Perché alla fine, quello che conta davvero non è produrre di più, ma far comprendere fino in fondo ciò che è già stato creato.
Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
Certo, ho un profilo… ma più che social, direi umano. Il resto sono solo piattaforme: il vero “profilo” è quello che si costruisce con coerenza, con quello che dici e soprattutto con quello che fai.
Quanto al domicilio virtuale… be’, diciamo che non ho ancora trovato un posto migliore della realtà. Ogni tanto passo dai social, ma casa mia resta sempre la vita vera, quella fatta di persone, pensieri e verità condivise, non di algoritmi.
Punti di vista a parte, sì, ora vi lascio i miei contatti social.
Instagram: zeno_molgora_official
Tik tok: Zeno.molgora.official
È ufficiale: sono Zeno Molgora, sia nella vita vera che in quella virtuale!
Cosa le piace?
Mi piace la sincerità, mi piace la lealtà, mi piace la gentilezza nel porsi.
Mi piace dare valore anche alle piccole cose, mi piace la storia, mi piace la natura e soprattutto mi piace pensare fuori dagli schemi.
Mi piace disegnare, mi piace scolpire, mi piace esplorare posti particolari — che siano città, musei o località poco conosciute — come una sorta di cercatore di tesori nascosti.
In poche parole, mi piace tutto ciò che può fare del bene e cerco sempre di non ferire nessuno.
Mi piace mettermi nei panni degli altri per far sì che questo accada.
Mi piace viaggiare.
E soprattutto, mi piace fare il padre della mia bambina.
Mi piacerebbe avere la possibilità economica per fare beneficenza, per aiutare concretamente chi ne ha bisogno.
Mi piace quando riesco ad essere un sostegno morale per gli altri, e mi piace anche riuscire ad esserlo per me stesso, quando la vita mette alla prova ed è difficile trovare qualcuno che lo faccia per te.
Mi piacerebbe incontrare persone con il cuore che ho io, per non avere delusioni. So che questa sarà probabilmente la sfida più grande della mia vita, perché di persone così ce ne sono poche… ma mi va bene anche così, perché alla fine poche ma buone bastano davvero.
Cosa non le piace?
Non mi piace il contrario di ciò che mi piace.
La risposta è molto più semplice di quanto sembri… e forse è proprio questa la sua forza. A volte non serve complicare ciò che è già chiaro: basta dirlo così com’è.
Un pensiero che, in effetti, starebbe benissimo accanto ai miei aforismi che ho scritto alla fine del libro!
Adesso può scegliere. Immagini di dover scegliere. Per il suo libro si augurerebbe una traduzione in inglese o una trasposizione cinematografica?
A me piacerebbe che il concetto del libro arrivasse a più persone possibili, e queste persone non devono per forza essere italiane per capirlo. Quello che ho raccontato è un concetto universale, una testimonianza storica importantissima e unica sull’argomento, e credo che sarebbe quasi un dovere morale tradurla in più lingue.
E sì, mi piacerebbe anche che un giorno qualcuno ne facesse una trasposizione cinematografica, perché certi messaggi, se arrivano anche attraverso le immagini, possono toccare ancora più cuori.
In fondo, io non ho scritto questo libro tanto per il libro in sé, ma per la storia e i concetti che contiene. Quindi sì, qualsiasi ampliamento è non solo ben accetto, ma auspicato!
Saluti i suoi lettori con un aforisma che parli di lei e delle sue emozioni…
Direi che a questa domanda non risponderò con uno, ma con ben tre aforismi presenti nel mio libro.
Del resto, Punti di sVista ne contiene decine e decine, e la cosa più bella è proprio questa: ognuno può scegliere quello che più gli appartiene, quello che sente suo.
Se devo guardare il momento storico attuale, direi:
“Le persone hanno sempre combattuto per il dominio del pianeta, senza capire che è sempre stato loro fin dall’inizio.”
Se invece devo dare un aforisma che sento mio, che mi rappresenta davvero, allora scelgo:
“Un guerriero è sempre pronto a combattere. L’unica cosa che chiede è qualcuno che sappia cucire le sue ferite tra una battaglia e l’altra.”
E se devo lasciare un messaggio universale, per chiunque legga, concludo con:
“L’essere umano possiede tutte le doti necessarie per uscire da un recinto, tranne quella di accorgersi di esserci dentro.”
Tre punti di vista, tre stati d’animo, tre modi diversi per dire che, in fondo, tutto parte da dentro di noi.

