Interviste agli scrittoriUltime 10 interviste

Intervista a Domenico Pisana, autore del libro “Pianeta Donna – Poetesse italiane del 2000”

Domenico Pisana è nato a Modica nel 1958. Ha conseguito il dottorato in Teologia Morale a Roma presso l’Accademia Alfonsiana dell’Università Lateranense. E’ fondatore e presidente del Caffè letterario S. Quasimodo di Modica. Ha pubblicato dieci libri di poesie, nove testi di critica letteraria, con saggi, fra l’altro, su Leopardi, Clemente Rebora, Montale, Quasimodo; undici testi di carattere etico-teologico; tre volumi di carattere storico-politico. Le sue opere di teologia e poesia sono state tradotte, sia integralmente che parzialmente, in inglese, spagnolo, rumeno, albanese, arabo, macedone, greco, serbo, francese, turco, polacco, bulgaro. Fra i riconoscimenti, le onorificenze e i premi ricevuti figurano: Medaglia d’oro del Premio alla Modicanità, 2006; Medaglia d’argento alla carriera per i trentacinque anni di attività giornalistica (2020); Medaglia d’oro alla carriera per l’attività letteraria, 2021. Tra i premi per la critica letteraria figurano il Premio Letterario Internazionale Velino, conferito a Luco dei Marsi il 15 maggio 1982 per la sezione Letteratura per l’infanzia, Critica e Giornalismo; il Premio Città di Alanno, 1987; il Premio internazionale Katana, 1988; il Premio Bontempelli-Marinetti 1989. E’ membro onorario a vita della fondazione Naji Naaman del Libano, socio onorario dell’Università Popolare di Palermo e dell’Associazione culturale Euterpe di Jesi (An).

Oggi l’autore ci parlerà un po’ di sé e del libro “Pianeta Donna – Poetesse italiane del 2000 ”. Ci vuole dire com’è arrivato a questa pubblicazione?
È un volume che arriva come uno studio esegetico finalizzato a fare emergere le principali coordinate motivazionali e le espressioni poetiche più rilevanti delle poetesse da me analizzate. Il libro prende in esame la loro attività poetica che non è, certo, esaustiva, ma focalizza tratti contenutistici ed estetici, semiologici e linguistici della loro poetica in divenire.

Quando e come nasce “Pianeta Donna – Poetesse italiane del 2000 ”?
È nato durante il periodo di isolamento a causa del covid. Avevo scritto molto di diverse poetesse italiane ed ho pensato ad un progetto editoriale che facesse luce sulla loro poetica.
Io non ho seguito un “criterio antologico”, che è più semplice; esistono, infatti, testi nazionali e internazionali dove poeti e poetesse selezionate ve ne sono moltissimi, solo che vengono antologizzati con due poesie e una brevissima nota biografica: ciò, a mio giudizio, non fa emergere il senso di una poetica. Io ho voluto seguire un “criterio epistemologico”, proteso ad analizzare i fondamenti e la struttura teleologica di una o più opere delle autrici, per coglierne la dinamica noumenica interna.
Io credo, infatti, che la poesia contemporanea debba avere come suo statuto epistemologico due dati fondamentali: anzitutto il concetto di lirismo inteso non come chiusura in una torre d’avorio, ma come controllo delle emozioni in vista dell’espressione di una poetica, cioè di un pensiero che si fa spazio dentro l’insignificanza del nulla, e poi come possibilità di fissare stati della sensibilità al fine di esprimere globalmente la realtà cui il poeta si ispira; in secondo luogo, una rinascita classica da intendersi come trasformazione profonda interiore che solo una spiritualità e una consapevole gnoseologia unita alla sensibilità possono rendere possibile.
Io non ho selezionato poetesse quasi a dire sono le migliori, ma “sono inciampato nei loro versi”: o perché ho trovato interesse per qualche loro libro, o a seguito di occasioni varie: presentazioni di libri, convegni e conferenze, recensioni e prefazioni, reading poetici, approfondimenti vari su giornali e riviste. Ho scritto con la consapevolezza che i giudizi critici sono sempre relativi, atteso che – direbbe il buon Montale riprendendo Benedetto Croce – “l’opera del poeta è già perfetta nel cuore di chi l’ha concepita”; per cui la mia lettura ha obbedito solo al desiderio di dare voce a linguaggi, sentimenti e valori comuni di donne che sono presenti nel dibattito poetico italiano e che promuovono cultura nel quadro della loro diversità e delle loro scelte stilistiche, metriche e formali. In fondo ogni mia indagine critica tiene sempre conto di quanto diceva lo scrittore e poeta satirico inglese Alexander Pope, il quale affermava che “i nostri giudizi sono come i nostri orologi, i quali non si trovano mai d’accordo, ma ognuno di noi crede al suo”.

Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
Sì, ho un profilo social. Sono principalmente su Facebook

Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Sì, ho altri progetti letterari in corso. Anzitutto una raccolta di poesie ove prediligo una versificazione che punta non solo all’ “estetica”, all’innovazione delle forme metriche, stilistiche e linguistiche, ma soprattutto all’etica, atteso che la parola estetica contiene anche “etica”. Questo nostro tempo credo possa riavvicinarsi alla poesia se essa diventa la “coscienza pensante” di quel sentimento etico comune che sta palesemente soffrendo di fronte all’ “umanesimo ferito” della contemporaneità; se il verso dei poeti si riduce alla celebrazione dell’estetica, all’ arte per l’arte, al sollazzo finalizzato a riempire pagine per mero piacere estetico interiore, non ci rimane altro che la resa della poesia alla stagnazione e alla ripetizione di modelli già consolidati, e giungere alla conclusione che la poesia non ha più nulla da dire , che è rimasta una sorta di intreccio di parole e che ha perso il suo ruolo nella società, divenendo uno strumento non più necessario per conoscere e cambiare la realtà e il mondo. Un secondo progetto editoriale riguarda un volume sulla missione della letteratura attraverso una rivisitazione di poeti e scrittori come Montale, Clemente Rebora, Quasimodo, Garcia Lorca, Luigi Capuana, Sciascia, Pirandello, Bufalino e Pasolini.

Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?
Io scrivo sin dal 1985, anno della mia prima pubblicazione di poesia. Sono un docente in pensione e mi sono occupato di teologia morale, bioetica, di formazione, di storia locale, critica letteraria , di politica e attività sindacale ; dal 1985 sono iscritto all’Ordine dei giornalisti e ho diretto quotidiani on line e collaborato con La Sicilia e con riviste letterarie.
Nella mia vita ho ricevuto tanti doni materiali, immateriali e spirituali: da Dio, da persone care, da amici da familiari, da studenti, e ho cercato di farmi dono per gli altri secondo le mie forze e le mie possibilità. Ma non di rado capita che ricevuto il dono, si dimentica il donatore. Non importa , del resto tu hai donato non perché volevi un contraccambio..in ogni caso, il dono resterà per sempre. Gesù è l’esempio per eccellenza: ha amato tutti fino alla fine, anche quelli che lo avevano abbandonato.
Diceva Seneca: Non essere tra coloro che preferiscono stare con chiunque piuttosto che con se stessi”.
Nella vita ho cercato, comunque, di scegliere senza discriminare ; fare scelte significa valutare, discernere, rischiare, lottare: non importa il risultato finale, quel che conta è avere scelto con bontà d’animo, con sincera convinzione, con l’impegno e il desiderio di costruire una civiltà nuova, un mondo diverso, più umano e più vero.
Ho sempre detto a me stesso che scegliere, pur nel rispetto del valore del dialogo e della diversità, è “stare con se stessi”; infatti, si rischia ogni giorno, specie nel tempo dei social e di una comunicazione mediatica globale, di “stare con chiunque ” si trovi a passare sui sentieri del tuo cammino; tu rischi quotidianamente, ogni istante, anche se inconsapevolmente, di “lasciarti scegliere” e di essere usato.

Cosa le piace?
La franchezza, l’onesta intellettuale, il rispetto dell’altro, mettere un pizzico di sorriso nelle mie giornate, nel dialogo in famiglia, nel lavoro, nelle relazioni inter-personali; il sorriso non è mera sdolcinatura, buonismo, accondiscendenza cieca, né una semplice assunzione di un volto sereno e raggiante; il sorriso è la capacità. di leggere la storia anche al positivo; la capacità di aggiustare le cose senza ricorso a troppe parole; è saper aprire la strada al dialogo, disporre la mente e il cuore all’ascolto; è disponibilità a non trasformare l’incontro in scontro, il colloquio in conflitto, la diversità in uniformità. Il sorriso è ammettere che l’altro esiste, è di fronte a noi; che l’altro è persona alla quale possiamo dare e dalla quale possiamo ricevere. Oggi è necessario mettere un pizzico di sorriso nelle nostre giornate; sì, è vero, “non dura che un istante”, un attimo, il tempo dell’alito di un respiro; sì, è vero, il sorriso è fugace, passeggero, lento ad esprimersi, tardo a venire alla luce, ma quando nasce e riesci a donarlo a qualcuno con sincerità e spontaneità, il suo ricordo, come afferma Faber, rimarrà a lungo nel cuore” di colui al quale lo hai donato.

Cosa non le piace?
L’ipocrisia, la doppiezza, l’invidia, l’incomprensione che innalza muri di silenzi, i pregiudizi che paralizzano le relazioni; spesso mi è capitato che le onde dell’ipocrisia, della falsa amicizia, della furbizia mascherata di ingenuità, dell’accoglienza travestita di malizia, dell’elogio opportunista e calcolatore, del silenzio vile e compiacente, mi hanno travolto e fatto naufragare.

Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
La fede nel Dio di Gesù Cristo. Gesù non è per me un’ idea, una dottrina, una ideologia , ma una Persona che ti accoglie così come “sei”. Lui è il senso della mia vita e mi aiuta a vivere nella luce; il suo volto è uno specchio di luce dove si riflette il sorriso di Dio, le sue mani sono sempre distese per donare amore senza nulla chiedere, pronte a fasciare le ferite del corpo e ad accogliere paure ed angosce. Forse qualcuno penserà che questa è fantasia, immaginazione, io le posso dire, per esperienza, che così non è.

Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
Una vita nuova di Fabio Volo. Un romanzo che ti fa viaggiare dentro imprevisti e scoperte, che ti fa scoprire bellezze della vita con una scrittura affabulatrice e coinvolgente, facendoti percepire sentimenti, tenerezze e il senso della volontà.

C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
La prima è di Kahlil Gibran: “La realtà dell’altro non è in ciò che ti rivela, ma in quel che non può rivelarti. Perciò, se vuoi capirlo, non ascoltare le parole che dice, ma quelle che non dice”. La seconda è di Euripide: “Molte volte un silenzio vale più di una risposta”.

Alla prossima emozione condivisa e buona lettura:

Link del libro

Pagina dell’autore