Intervista a Elvira Trap, autrice del libro “Storie un po’ svitate”
Elvira Trap è pseudonimo di Valeria Prat. Genovese dal 1952, ha cominciato la sua avventura nel mondo della scrittura nel 2015. In pensione, infatti, dopo trentasette anni di insegnamento ha potuto dedicarsi a questa passione.
Oggi l’autrice ci parlerà un po’ di sé e del libro “Storie un po’ svitate”. Ci vuole dire com’è arrivato a questa pubblicazione?
“Storie un po’ svitate” è il fratellino di “Favole di codine e di piume”. Il secondo libro per l’infanzia e per chi è “fanciullino” nel cuore. Il mio intento era quello di realizzare un libro di racconti che contenesse anche giochi linguistici, facili rebus e indovinelli. Ha una doppia valenza: ricreativo e didattico. È illustrato in ogni sua pagina dalla bravissima Giorgia Merlin.
Quando e come nasce “Storie un po’ svitate”?
Nasce da una scommessa con me stessa. Perché non far entrare nella narrazione personaggi un po’ strampalati? Ed ecco che compaiono: una melanzana, un porro, un’ortica, un carciofo, una focaccia, una goccia d’acqua, una polpetta e una betulla con le loro storie un po’ picchiatelle.
Lei è un’autrice molto prolifica. Da dove trae ispirazione per le sue storie?
Beh sì, dal 2019 sono nati 7 libri e una ventina di poesie. Qualcuno mi ha paragonato al panettiere che sforna pani. A volte mi affido all’immaginazione, a volte a ricordi, a volte a episodi di vita vissuta.
Quali altri progetti letterari nel cassetto?
C’è qualcosa che mi frulla in testa, ma i contorni sono ancora molto sbiaditi.
Vorremmo conoscere qualcosa di più su di lei come lettrice. Quale genere la attrae maggiormente?
Adoro la corrente letteraria del Verismo e il giallo psicologico.
Un libro che consiglierebbe a tutti?
“Furore” di Steinbeck.
Un autore che stima?
Irene Nemirovski e Zerocalcare.
Coltiva altri interessi?
Il volo in ultraleggero.
Una cosa della quale non saprebbe fare a meno?
Non riuscirei a privarmi di una sana risata.
C’è un motto, una frase o una canzone che le piace particolarmente?
“Avrai coraggio se oserai”.
Alla prossima emozione condivisa e buona lettura: