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Intervista a Enzo Tardino, autore del libro “Un ragionevole dubbio – (Quell’orribile delitto senz’armi né movente…!)”

Vincenzo Tardino, detto Enzo, nato a Licata (Ag), già giudice della Suprema Corte di Cassazione, professore, avvocato e pubblicista. Autore dell’opera Giudizio penale tra fatto e valore, ed. UTET, e di altre pubblicazioni di rilevanza giuridica e filosofica (Profilo storico delle categorie etiche). Per Rose’s Story 1943 (Saga di un paese), edito dalla Kimerik, è stato insignito del Premio Firenze e del Premio letterario Internazionale di Napoli (Golden Books Awards). Sempre con la Casa Editrice Kimerik ha pubblicato nel 2021 Potrei non tornare più – ( il virus della discordia, della separazione e della disperata gioia di vivere).
Oggi l’autore ci parler
à un po’ di sé e del libro “Un ragionevole dubbio – (Quell’orribile delitto senz’armi né movente…!)”.
Ci vuole dire com’è arrivato a questa pubblicazione?
Quando si decide di scrivere qualcosa, che non sia un saggio o uno scritto professionale, non si può mai dire quando e come nasce un lavoro letterario.Se ne possono fissare i dati che che ne costituiscono la motivazione di fondo, ma lo sbocco d’immaginazione e di stupore estetico sono un mistero .Quanto alla sua genesi, pertanto voglio solo dire che la storia rappresentata é l’epigono del delitto di Cogne, al quale nessuno più pensa perché con la sentenza ,ormai definitiva degli ultimi della classe dei giudicanti ne abbiamo del tutto rimosso  dentro di noi il ricordo angosciante che ci ha vivamente turbati. Certo, con una sentenza, come si suol dire nel gergo giuridico passata in giudicato ,sarebbe anche ora di fermarci e placarci (perché, quando si vive in una società civile e in un paese di diritto bisogna accettare anche di vivere anche con quelle sole certezze umane che le istituzioni degli uomini riescono a darci); ma questo, però-ed é questa la ragione per cui, in punto di fatto, mi sono deciso a scrivere-non può voler dire che la persona che si considera (nonostante tutto, ancora innocente) debba di forza rassegnarsi a capitolare e a serrare  per sempre ,e in una perenne frustrazione, il suo cruccio di riscatto  per amore del quieto vivere: perché credo che questa persona abbia il diritto-dovere di continuare a gridare sempre al mondo la sua ritenuta innocenza – e non già per qualcosa che potrebbe anche succedere – magari con un giudizio di revisione-ma perché é giusto che ognuno pretenda di affermare il suo diritto ad una di lui estimazione  nella verità. Può anche darsi che che Anna Maria Franzoni  sia l’assassina di Cogne (e magari per tutte le ragioni dette dai giudici); ma ha espiato le sue colpe anche se, in un contesto di verosimile alterazione della sua mente, che potrebbe esserci stata, si può anche dire che le colpe non fossero tutte dipese da una sua libera volontà. Ma non per questo va dimenticata(come lei vorrebbe)e lasciata sola. Se poi c’é il rischio che sia innocente allora abbiamo anche l’obbligo di parlare di lei: perché, come che sia stato, se ad uccidere suo figlio non é stata lei: é una débacle per il senso di giustizia di questo paese che abbia sofferto una pena d’inferno per la colpa di altri.

Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Se ho altri progetti nel cassetto? Certo, ma dipende: dipende dal mio destino-che non conosco-poterli realizzare.

Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?
Per il resto il mio profilo sociale é quello di un presidente di cassazione in pensione, ma che continua a fare l’avvocato per questioni di leggimità; continuando, altresì, a coltivare il suo hobby di scrivere le cose amene che gli passano per la testa.

Cosa le piace?
Mi piace, perciò, scrivere, e non solo di diritto, ma nella libertà e senza il pregiudizio e il timore  di dover necessariamente subire la censura degli altri.

Cosa non le piace?
Le cose che aborro sono l’ipocrisia, il conformismo, la retorica e la demagogia.

Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
Nella mia vita reputo fondamentale ed essenziale il rispetto della verità e della persona.

Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
Non smetto mai di leggere, almeno una volta l’anno, Manzoni e Tolstoi.

Alla prossima emozione condivisa e buona lettura:

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