Interviste agli scrittori

Intervista a Giuseppe Pascali, autore del Libro “Il Sigillo del Marchese”

10/11/2021

Giuseppe Pascali (Lecce, 1970) è laureato in Materie Letterarie all’Università degli Studi di Lecce (oggi Università del Salento). Docente di Lettere nella scuola secondaria, giornalista, scrive per La Gazzetta del Mezzogiorno occupandosi di Cultura e Spettacoli ed è direttore responsabile del quotidiano online Salentoinlinea.it. Con Capone Editore ha pubblicato i saggi La banda di Lecce. Dal concerto cittadino alla Schipa-D’Ascoli (2006), Bande di Puglia. Il teatro sotto le stelle (2008), Gli Spiziotti. Storia della banda dell’Ospizio Garibaldi di Lecce (2009). Ha pubblicato i romanzi storici Il maestro della banda (Grifo 2011), La maledizione di Toledo (Grifo 2016) e La Confraternita del Re (Kimerik 2020). È insignito del titolo “L’eccellenza del territorio” dell’Ordo Equestris Templi Arcadia, del premio “Il Sallentino” per la Letteratura e del Premio “Thot”, riconosciutogli per il personale impegno nel concorso “Lo scrivo io” organizzato dalla Gazzetta del Mezzogiorno. Il suo nome figura nel Dizionario Enciclopedico dei Salentini di Carlo Stasi. www.giuseppepascali.com info@giuseppepascali.com
Oggi l’autore ci parlerà un po’ di sé e del libro “Il sigillo del marchese”.
Ci vuole dire come mai è arrivato a questa pubblicazione?
”Il Sigillo del Marchese” lo definisco, parafrasando una vecchia e nota pubblicità di una caramella alla menta, “Una storia vera con un romanzo intorno”. Impossibile per un autore di romanzi storici, amante delle vicende forti ed intense, meglio se meno note, non restare affascinato dall’amore leggendario tra Francesco Castromediano e Beatrice Acquaviva D’Aragona. Spesso i miei romanzi nascono così, dalla seduzione di un fatto, di un luogo o semplicemente dall’idea di quello che sarebbe potuto accadere e che la penna può magicamente realizzare.
Quando e come nasce “Il sigillo del marchese”?
Nasce da una scoperta: il carteggio originale delle “Orazioni funebri in morte di Beatrice”, pronunciate e redatte da padre Antonio da Bisceglie nell’agosto del 1637, quando Beatrice morì a soli 28 anni. È da queste “carte” che si evince che quella che era ritenuta una leggenda, in realtà fu storia, sebbene resti ancora oggi avvolto nel mistero il luogo in cui un “tesoro” è conservato. Ne scrissi un lungo servizio su “La Gazzetta del Mezzogiorno”, e da lì partì la scintilla di romanzare quella storia. Per come si è svolta, lasciamo che sia il lettore a scoprirlo.
Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
Certamente: Facebook. Uso i social soprattutto per interagire con i lettori, parlare con loro intorno ai mie libri ma anche scambiare opinioni e consigli su romanzi e saggistica. E mi piace dare consigli a chi comincia a muovere la penna sul foglio.
Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Uno scrittore scrive sempre, innanzitutto con la mente. Poi viene il momento di stendere quanto la fantasia ha elaborato ed è allora che le storie diventano “di carta”. Ora sto lavorando su un nuovo romanzo, è ambientato in una città del Sud, la più esoterica, sotterranea e dualistica del Meridione d’Italia.
Riserviamo l’ultima parte delle interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?
Sono un giornalista, scrivo per La Gazzetta del Mezzogiorno e insegno materie letterarie. Passioni tantissime, dalla musica all’arte in ogni sua forma alla lettura. Prima su tutte il melodramma e la musica classica. Ho un grande giardino dove organizzo incontri conviviali e culturali e presentazioni di libri. Cerco sempre di tenere le mani occupate realizzando pezzi d’arte, come i presepi artistici che espongo in diverse mostre. E poi colleziono penne, un oggetto che adoro. Ne ho a migliaia.
Cosa le piace?
L’amicizia, quella vera, e la condivisione.
Cosa non le piace?
L’arroganza e la prevaricazione.
Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
L’onestà, presupposto indispensabile per definirsi uomini civili.
Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
”Il pittore di anime” di Falcones.
C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
Per angusta ad Augusta.

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