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Intervista a Giusy Tuzza, autrice del libro “Come Lava incandescente – La bioetica si racconta”

Nata il 4 luglio 1986, avvocato e mamma di una deliziosa bambina di tre anni, Giusy Tuzza è stata considerata una promessa del panorama letterario siciliano. Scrittrice molto apprezzata, emerge nello scenario poetico nel 2005 con la raccolta di poesie Emozioni, ed. Ibiskos-Ulivieri, presentata alla Fiera del Libro di Torino. Nel 2007 arriva la sua seconda pubblicazione, Nel riflesso dei miei giorni, ed. Ibiskos-Ulivieri, grazie alla quale le viene riconosciuta dalla critica un’innata espressività artistico-letteraria. Detentrice del Trofeo Archimede nel 2009, è vincitrice di molti concorsi letterari nazionali e internazionali, tanto da essere orgogliosamente insignita del titolo di Accademico dell’Accademia Internazionale “Il Convivio” per i meriti artistici. Nel 2020 pubblica il racconto filosofico Il manto di Cerere, ed. Fondazione M. Poliedrica, riflessiva e solare, pienamente innamorata della sua Sicilia, è un’attenta studiosa delle questioni bioetiche, tanto da vantare la pubblicazione della sua tesi di laurea in bio-giuridica I batteri non riconoscono il nemico. Dal connubio tra sicilianità, letteratura e bioetica nascono le riflessioni che stanno a sostegno dei racconti contenuti nella sua ultima pubblicazione. Attualmente ricopre la carica di vicesindaco e assessore di Francofonte, il paese in cui vive.

Oggi l’autrice ci parlerà un po’ di sé e del libro “Come Lava incandescente – La bioetica si racconta”.
Ci vuole dire com’è arrivato a questa pubblicazione?
Questa pubblicazione è il frutto di una valutazione attenta e scrupolosa. Affidare il proprio manoscritto ad una casa editrice non è facile, perché ogni autore deve affrontare pubblicamente lo specifico pudore nei riguardi delle storie che ha messo su carta. Gli scrittori sono padri e madri dei propri personaggi, creature nate dalle viscere più profonde delle emozioni e partorite da una penna magica, la penna dell’ispirazione. Ecco perché la scelta della casa editrice più idonea ad accogliere la mia raccolta di racconti è stata, cosi come credo per ogni scrittore, una scelta effettivamente ponderata. Al team della casa editrice ho, infatti, consegnato la più bella delle virtù, la mia personalissima creatività.

Quando e come nasce “Come Lava incandescente – La bioetica si racconta”?
Nasce qualche anno fa da un atto di responsabilità, ossia dalla volontà di far capire alla gente comune quali sono le questioni bioetiche che l’attuale collettività è chiamata a trattare. In realtà dai tempi più antichi gli uomini si sono trovati di fronte a sfide etiche e bioetiche, la letteratura greca ne è probabilmente la rappresentazione più nota, ma oggi la percezione degli stessi sembra essere più gravosa tanto che sempre più spesso le persone se ne disinteressano. La prima volta che andai a votare fu per un referendum che chiamava il popolo a pronunciarsi su quattro distinti quesiti, diretti ad abrogare specifiche disposizioni della legge 19 febbraio 2004, n. 40, recante “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita”. Il quorum non fu raggiunto (d’altronde come avrebbe potuto essere raggiunto vista la delicatezza e la specificità dei contenuti) e i tribunali in questi 15 anni sono stati chiamati a colmare le lacune del legislatore. A me è rimasta la curiosità. Di capire. Di informarmi. Di far capire e di informare. Con parole semplici, con esempi concreti. Con racconti e non con saggi. Cosi la bioetica si racconta e si insinua silenziosa nei personaggi, nelle loro sensazioni, nel loro sostrato culturale, in una realtà naturale come quella di Catania, città polimorfa espressione di tutti i paesi del Sud, dove il dibattito etico si confonde con le problematiche della quotidianità. Credo che l’etica, sia laica che religiosa, ha il dovere di riappropriarsi del suo posto preminente, a discapito della tecnica, perché “senza leggi etiche c’è il branco e non la società”.

Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
Soltanto un profilo Facebook dove mi si può trovare come Giusy Tuzza.

Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Certamente. Scrivere per me non è una passione o un hobby, ma assecondare una vocazione interiore. Da qualche tempo ho in programma di riprendere una storia fantastica rivolta ai bambini di tutte le età che ho lasciato incompleta nel cassetto. Mi sembra di aver trascurato una mia creatura, ma ho bisogno della giusta ispirazione. Chissà che io non la trovi in Sofia, mia figlia, a cui voglio dedicare questa mia fiaba. Nel frattempo ho un altro progetto letterario che sta prendendo forma.

Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?
Sono una giurista, amo il diritto e la sua esegesi. Per passione seguo la politica locale e nazionale, tanto da ricoprire il ruolo di amministratore nel mio paese. Che dire di me. Sono molto curiosa. In ogni cosa che faccio metto il massimo impegno e serietà. Ho tante passioni, la maggior parte legate al mondo dell’arte. Ascolto l’opera lirica sin bambina. Mi piacciono i gatti. Studio filosofia e vivo immersa nella saggezza della dottrina orientale. E poi amo la mia Sicilia, i suoi colori, i suoi odori, la sua ironia.

Cosa le piace?
La vita. Mi piace ogni sua sfaccettatura, ogni sua nuance, ogni suo raggio di sole, perché la vita è meravigliosa e non bisogna averne paura.

Cosa non le piace?
L’apatia e il perbenismo.

Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
Il mare. Per chi nasce in un’isola il mare è conforto, rifugio, fortezza, serenità, comprensione. Per me è un rapporto viscerale, quasi morboso, che sfocia nella dipendenza. Si, direi proprio che per me il mare è fondamentale, non saprei starne lontana un solo giorno.

Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
“Il veleno dell’oleandro” di Simonetta Agnello Hornby.

C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
“Un giorno senza risate è un giorno sprecato” di Charlie Chaplin.

Alla prossima emozione condivisa e buona lettura:
Link del libro 
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