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Intervista a Ivana Ruscigni, autrice del libro “Disegni incompiuti”

Ivana Ruscigni è nata il 2 ottobre 1967 in Liguria. Laureata in Lettere presso l’Università di Genova, insegna Italiano e Storia alle superiori e pratica la professione di counselor analitico transazionale in uno studio privato. Ha pubblicato il suo primo romanzo, C’è un tempo perfetto, nel 2018, sulla piattaforma ilmiolibro.it. Nel 2020 ha pubblicato un saggio dal titolo Dall’attaccamento nell’infanzia alle relazioni d’amore negli adulti, disponibile in formato digitale su Amazon. Vive con due gatti che si detestano, adora il cinema e viaggiare nonostante la paura dell’aereo.

Oggi l’autrice ci parlerà un po’ di sé e del libro “Disegni incompiuti”. Ci vuole dire com’è arrivato a questa pubblicazione? Quando e come nasce “Disegni incompiuti”?
Disegni incompiuti nasce come racconto breve, giusto un paio di pagine, che scrissi qualche anno fa dopo un incontro con un uomo che mi aveva particolarmente colpita. L’uomo si rivelò meno interessante del previsto e quell’abbozzo di storia rimase in un cassetto per lungo tempo. Nel 2019 mi capitò fra le mani e rileggendolo i due protagonisti presero velocemente forma nella mia testa e cominciai a scrivere delle loro vite. Mi accorsi che le vicende che riguardavano questa coppia procedevano in una direzione molto diversa da quella che avevo immaginato inizialmente: la narrazione di due persone che si sono appena conosciute era diventata la storia di una coppia sposata da vent’anni.

Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
Ho un profilo facebook e uno instagram, entrambi a mio nome.

Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?
In questo momento non sto scrivendo nulla, sono molto impegnata nella promozione del libro e sento la necessità di un periodo di “ decantazione” dai personaggi che mi hanno accompagnato negli ultimi due anni, tanto è stato il tempo della stesura del romanzo. In questo. Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali.

Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?
Sono un’insegnante di italiano e storia alle superiori e ho uno studio di counseling analitico transazionale. Proprio in quello studio entro a contatto con l’interiorità e l’emotività dei miei clienti che mi fanno il prezioso dono dei loro pensieri profondi permettendomi di accedere ad una conoscenza delle dinamiche umane più intense. Questo credo arricchisca il mio lavoro di scrittura e di caratterizzazione dei personaggi.

Cosa le piace?
Banalmente posso dire che adoro leggere, il cinema, il teatro e viaggiare, La mia insostituibile famigli, gli amici, che sono poi la famiglia che ci scegliamo, e i miei due gatti.

Cosa non le piace?
Detesto l’approssimazione, la superficialità, quelli che Nanni Moretti definiva “ discorsi da autobus”. Non sopporto la mancanza di un progetto, un obiettivo da raggiungere. Ho bisogno di stimoli e sfide continue; sfiorisco nella quotidianità che si srotola in modo routinario.

Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
L’autenticità, la coerenza, il coraggio, che è anche capacità di comprendere e rispettare i propri limiti e le proprie debolezze, avere accanto qualcuno cui poter far dono delle proprie fragilità.

Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
Non saprei dire. Posso dirle il libro che ho amato di più fino ad ora nella mia lunga carriera di lettrice che è “il valzer degli addii” di Milan Kundera.

C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
Si tratta di una frase di Virginia Satir, psicoterapeuta americana: “La vita non è quello che dovrebbe essere, è quello che è. È il modo in cui la affronti che fa la differenza”. Una frase definitiva sul concetto della responsabilità assoluta che abbiamo rispetto alla nostra felicità.

Alla prossima emozione condivisa e buona lettura:

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