Intervista a Vittorio Casillo, autore del libro “Devshirme – Il patto del reietto”
Vittorio Casillo è nato nel 1972 a Mondragone, in provincia di Caserta. Ha partecipato a diversi concorsi letterari con esiti positivi, tra i quali si ricordano: I premio alla II edizione di NovecentoBit Serravalle Scrivia (2013); il I premio al Concorso nazionale di poesia a Cervinara (2015); II premio alla II edizione di Palombara Sabina (2017); oltre a numerosi piazzamenti e menzioni speciali, quale il Premio Hombres (2017). È coautore, insieme a Renato Viscovo, del romanzo storico Incontro alla luce, edito da Albatros Il Filo nel 2020.
Oggi l’autore ci parlerà un po’ di sé e del libro “Devshirme – Il patto del reietto”.
Ci vuole dire com’è arrivato a questa pubblicazione?
All’inizio era un semplice racconto di tre pagine, poi è diventato un compagno di viaggio fino a quando, terminato il suo percorso, si è trasformato in qualcosa di più complesso. L’idea di pubblicare l’opera è dovuta essenzialmente a due fattori. Il primo è dato dalla personale passione per “li cunti”, i racconti non scritti. Essi sono capaci di conservare la realtà storica di partenza e di arricchirsi dei più disparati contorni sociali e politici delle diverse epoche in cui vengono riscoperti. Il secondo, di sicuro non ultimo, il fascino che attrae la figura del “reietto”, del respinto. A tal proposito, non inquadro tale figura in un determinato periodo storico, né tantomeno intendo cavalcare l’onda (o l’onta) sociale dei diseredati del nostro tempo, a cui va data tutta l’attenzione possibile. Il reietto è per me una figura esistenziale.
Quando e come nasce “Devshirme – Il patto del reietto”?
Nasce nel lontano 2001. Un periodo che, a dispetto delle promesse del nuovo millennio, aveva già mostrato la sua penombra. Da oltre vent’anni siamo costantemente atterriti da fobie come attentati terroristici di matrici più o meno religiose; oppure siamo mentalmente ingolfati da “chiacchiere da bar” su come risolvere l’immane tragedia degli sbarchi clandestini, per non parlare della Terra dei fuochi nel nostro amato e martoriato Sud Italia. Devshirme, sotto questo punto di vista, è uno scritto che si interroga sul passato e trova inaspettate risposte nella contemporaneità.
Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
Non possiedo un profilo social, mi potete però trovare sulla pagina autori di Kimerik.
Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?
“ Scrivere è un po’ ridere/per non morire; un po’ morire per paura di vivere”. E’ il verso di una poesia che scrissi molti anni fa. Non posso fare a meno di scrivere e ho in serbo alcuni scritti da pubblicare, così come ho idee ben precise da mettere solo nero su bianco.
Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?
Sono un docente di Scuola superiore di II grado. Da alcuni anni non sono più precario, e a quest’ultima categoria guardo sempre con molto affetto e solidarietà. Mi definisco nomade sotto il profilo lavorativo, mi piace girare e conoscere realtà e contesti nuovi. Sono una persona riservata e mi tengo stretti i buoni affetti che mi circondano.
Cosa le piace?
Scherzare, sorridere e stare in buona compagnia.
Cosa non le piace?
Prendere in giro, deridere e stare in cattiva compagnia.
Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
L’incertezza. Diffido di chi ha risposte a tutto e di chi non ne trova mai. Essere incerti non vuol dire evitare di fare scelte, ma di farle nella consapevolezza che potrebbero non essere definitive, perciò è necessario avere sempre il cosiddetto piano “C” ( a volte neanche il “B” riesce a risolvere i problemi).
Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
Ne cito tre in ordine mnemonico: “Caccia alle ombre” e “Il fiore della notte” di Herbert Liebermann, poi “I sette killer dello Shinkansen” di Isaka Kotaro. Nella mia incertezza so già che rimpiangerò di non averne ricordati altri.
C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
“Non esistono isole felici, solo persone”.
Alla prossima emozione condivisa e buona lettura:
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