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Intervista ad Augusto Centurelli, autore del libro “Giorni d’attesa”

Augusto Centurelli è nato a Roma, nell’aprile del ’45. Con lo pseudonimo Cotaras ha pubblicato per la Kimerik vari altri scritti: Sedie di paglia, Altre poesie, Tenui corde, Domattina davanti al portone, Fino a quando m’accompagni.
Oggi l’autore ci parlerà un po’ di sé e del libro “Giorni d’attesa”.
Ci vuole dire com’è arrivato a questa pubblicazione?
Nel 2018 ho deciso di iniziare, partendo dalla descrizione degli ambienti e delle strade nelle quali sono nato e cresciuto nella mia città quando io insieme ad altri giovani potevamo passeggiarci tranquillamente senza incorrere nelle torme turistiche che oggi tanto distruggono e disturbano. Ho cominciato a scrivere con l’aiuto di mia moglie che mi ha supportato innanzitutto con l’uso corretto del computer strumento a me ostile, con attente disquisizioni e correzioni su quello che avevo scritto. Purtroppo nel 2019 mia moglie si è ammalata e nel 2020 è morta. E così l’insieme ha subito un fermo.

Quando e come nasce “Giorni d’attesa”?
Posso dire che me lo portavo dentro da tanti anni. Sono stati i racconti dei miei genitori che mi hanno aiutato a capire realmente quello che è stato un certo periodo della nostra storia. La Roma occupata dai nazifascisti, mirabilmente illustrata da due film di Roberto Rossellini (Roma Città aperta e Era notte a Roma), era rimasta nella testa dei miei vecchi così come in molte altre teste. E così piano piano ho cercato di costruire e ricostruire.

Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?
Non ho un profilo sociale e non ho un domicilio virtuale.

Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?
Sto facendo trascrivere un romanzo poliziesco che vorrei far uscire a dicembre. E poi poesie in parte dedicate alla memoria di mia moglie ed in parte normali che vorrei far uscire nella primavera 2023.

Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?
Siccome sono un lupo solitario non amo far entrare nella mia vita troppi sguardi indiscreti. Dopo la morte di mia moglie solo lo scrivere mi aiuta a vivere. Il mio professore di latino e greco diceva che la penna stilografica è un punto di arrivo e ancora oggi qualche poesia alla quale tengo particolarmente io la scrivo con la penna stilografica. Vecchia mano, vecchia penna e purtroppo vecchia testa.

Cosa le piace?
Una volta mi piaceva passeggiare. Adesso via via che l’età avanza cammino molto meno e in compenso leggo molto di più. Diciamo che di media leggo un libro al mese.

Cosa non le piace?
L’ignoranza e la stupidità.

Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?
L’incontro con chi è diventata mia moglie e lo studio dei classici latini e greci.

Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?
I libro più bello che ho letto negli ultimi tre anni è “L’odissea” di Nikos Kazantzakis, tradotto dal Prof. Crocetti. Forse perché Ulisse rappresenta il mio alter ego: io detesto viaggiare e l’eroe greco non si fermava mai.

C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
Ama il prossimo tuo come te stesso. E lo dico da non credente.

Alla prossima emozione condivisa e buona lettura:
Link del libro 
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