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Intervista allo scrittore Andrea Ravazzini

Andrea Ravazzini vive tra Modena e Corlo, una frazione del comune di Formigine (MO). Da sempre appassionato di Letteratura, avido lettore e instancabile viandante nel mondo dei libri, lavora per il “Centro di Solidarietà di Reggio Emilia Onlus” sul territorio reggiano, nell’area “Dipendenze Patologiche”, in una struttura residenziale. Ha pubblicato nel 2022 un saggio di tipo psicologico sulle dipendenze patologiche, dal titolo Addiction. Attaccamento, disconnessioni e fattori evolutivo-relazionali, edito dalla Casa Editrice Kimerik.


Eccoci, curiosi e interessatissimi finalmente conosciamo Andrea Ravazzini, autore del libro “Il lato sommerso della luna, quello più nascosto, quello più oscuro – I disturbi alimentari maschili in adolescenza”.

 

Ci vuole dire come mai è arrivato a questa pubblicazione?

 

Un saluto a tutti. L’ interesse per la tematica dei disturbi alimentari maschili rappresenta un filone specifico che ho sempre cercato di coltivare nel possibile, parte di un interesse più vasto sui disturbi alimentari.

Ciò mi ha spinto a frequentare -qualche anno fa- un master specifico sulla psicologia del comportamento alimentare in cui ho potuto cogliere l opportunità di approfondire ulteriormente il mondo variegato e frastagliato della letteratura riguardante i disturbi alimentari maschili, lavorando in un progetto di elaborazione e stesura di una tesi finale focalizzata sul tema.

Tale tesi è stata successivamente da parte mia rimodellata, ampliata, riveduta e rivisitata come base per lo sviluppo del testo che viene consegnato nella sua forma finale nelle mani del lettore, nella sua mole imponente.

 

 

 

 

Quando e come nasce “Il lato sommerso della luna, quello più nascosto, quello più oscuro – I disturbi alimentari maschili in adolescenza”?

Come anticipato, il testo nasce da un percorso formativo istituzionale, nonché da un più vasto e pregresso interesse personale sul tema.

Contando la scarsità di materiale nella letteratura italiana sui disturbi alimentari maschili, il testo è volto anche a colmare vuoti derivanti da concezioni stereotipate che vedono ancora i DCA come patologia femminile e che informano oltretutto la letteratura sul tema.

Inoltre, nel percorso proposto nel testo, è di estremo interesse la ricerca dei fattori di natura evolutiva e relazionale che possono costituire fattori di rischio rilevanti implicati nelle dinamiche alla base di tale tipo di forme di espressione della sofferenza.

 

 

 

Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?

 

Certamente, sono presente come Andrea Ravazzini in varie piattaforme: Facebook, Instagram, X.

 

 

Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?

 

Al momento non sto valutando altri progetti di matrice psicologica, ma mi sto dedicando a progetti di stampo diverso (sempre letterari), cioè sillogi poetiche. Un mondo un po’ diverso, ma neanche così troppo lontano, in fondo…

 

 

 

 

Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?

Io lavoro nel sociale da molti anni, e in precedenza vi operavo come volontario.

Sono laureato in psicologia e lavoro in una struttura di disintossicazione e trattamento dedicata a persone che presentano una dipendenza patologica da sostanze psicoattive.

Del resto cerco di praticare un po’ di sport, di leggere, di scrivere, di coltivare relazioni e connessioni sane e costruttive.

 

 

Cosa le piace?

Mi piace la sintonia tra le persone, l’ ironia, la letteratura, il cinema, la psicologia, l’ umiltà, l’ aiuto reciproco, la solidarietà.

 

 

Cosa non le piace?

L’ indifferenza, la mancanza di rispetto, la sopraffazione.

 

 

Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?

Cercare di vivere al meglio delle proprie possibilità, provando a crescere sempre, mettendosi in discussione.

Cercare di vivere in relazione con persone che amo e da cui sono amato.

 

 

 

Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?

Una domanda difficile a cui fatico a rispondere citando un solo libro.

Ogni libro nel bene o nel male mi ha donato qualcosa.

 

 

 

C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?

Tanti e nessuno completamente,

forse una frase di James Frey “il senso della vita è quello che tu vuoi che sia”.