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Intervista allo Scrittore Fernando Parrotto Rizzello

Fernando Parrotto Rizzello (Casarano, 03/07/1986) è pedagogista, educatore professionale pedagogico-sociale, formatore, coordinatore di servizi socio-educativi, esperto in Pedagogia Speciale, della Marginalità e della Devianza. Ha conseguito la Laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione e successivamente la Laurea Magistrale in Scienze Pedagogiche. È Presidente del Centro Studi “PrimaPersonaPlurale” di Roma, Membro del Consiglio Direttivo e del Comitato scientifico del Centro Studi e Ricerca “Pont4Europe” di Roma, Collaboratore per le Politiche dell’Unione Europea sui processi educativi e di formazione del Centre of Excellence “Altiero Spinelli” di Roma. È formatore UCIIM – Unione Italiana Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori. Ha svolto, negli anni pastorali 2020/21 e 2021/22, il servizio di formatore presso l’Arcibasilica Papale di San Giovanni in Laterano – Roma. È vincitore della VI edizione 2021-2022 del Premio Internazionale “De Finibus Terrae”.

Eccoci, curiosi e interessatissimi finalmente conosciamo Fernando Parrotto Rizzello, autrice del libro “Educare: bisogno reciproco e reciproca donazione – Il pensiero pedagogico di Luigia Tincani: una carità intellettuale da Tommaso d’Aquino a Maria Montessori”.

Ci vuole dire come mai è arrivato a questa pubblicazione?

La passione per la scrittura è per me un’abitudine di vita ed è complementare al mio lavoro di ricerca in campo pedagogico ed educativo. Questo libro, poi, è scritto con cuore di educatore. Io stesso ho sperimentato e vivo quotidianamente la faticosa missione di educatore, di pedagogista, come professione. Questo aspetto non può essere considerato né secondario né marginale in un lavoro di ricerca: lo studio, infatti, viene confermato dall’esperienza e questa nutre ed invita alla continua ricerca per approfondire speculazioni e prassi di chi ci ha preceduto perché non solo possano aumentare la conoscenza ma renderla attuale nei gesti, nelle parole e nelle scelte che un educatore si trova ad affrontare costantemente.

 

Quando e come nasce “Educare: bisogno reciproco e reciproca donazione – Il pensiero pedagogico di Luigia Tincani: una carità intellettuale da Tommaso d’Aquino a Maria Montessori”?

 

Questa pubblicazione nasce dallo studio degli scritti pedagogici di quella cattedrale del pensiero che è Tommaso d’Aquino e dallo studio sull’approccio pedagogico della più grande innovatrice in campo educativo del 1900, Maria Montessori. Con questo libro tento di mostrare come il tomismo avvalori il pensiero di una pedagogista del calibro di Maria Montessori. Tommaso, più di 600 anni prima, sembra anticipare alcuni elementi fondamentali della pedagogia montessoriana. Si pensi all’autonomia del bambino di fronte all’adulto, all’importanza dei sensi nel processo educativo, all’esigenza di un’educazione graduale e adattata all’educando, alla funzione dell’educatore visto come colui che deve alimentare l’impulso che spinge il bambino a sviluppare le proprie energie interiori. E la perfetta sintesi o meglio, colei che è riuscita a mediare il tomismo e il pensiero montessoriano è stata Luigia Tincani, la cui opera pedagogica merita di essere approfondita e con questo libro si tenta di farlo.

 

 

Ha un profilo Social? Ci vuole dare il suo Domicilio virtuale?

Si, ho un profilo Instagram (dott.fernandoparrottorizzello) e un profilo Facebook (Fernando Parrotto Rizzello).

 

 

Sta scrivendo? Ha altri progetti letterari nel cassetto?

Si, sono già a lavoro per una pubblicazione su un tema che mi sta molto a cuore: l’educazione e la promozione integrale della persona. La promozione integrale è quel progetto educativo che nasce da una visione della persona come unità indivisibile costituita di intelletto, volontà, emozioni, corpo, relazionalità e spiritualità e ha l’obiettivo di sviluppare tutte le sfaccettature della persona, le sue facoltà, le sue abilità e competenze in modo armonico, completo e progressivo.

 

Riserviamo l’ultima parte dell’interviste a domande personali. Conosciamo meglio l’autore, ci racconti, di cosa si occupa? Si vuole raccontare e vuole raccontarci il suo mondo privato?

Ho 37 anni e abito in un paese della provincia di Lecce. Amo molto la mia terra e sono molto legato al mio paese, anche se per motivi professionali sono spesso a Roma, che sento ormai come la mia seconda casa. Sono un Pedagogista ed Educatore professionale, Esperto in Pedagogia Speciale, della Marginalità e della Devianza. Dopo la laurea in Scienze dell’Educazione e della Formazione, ho conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Pedagogiche. Ho conseguito, inoltre, presso la Pontificia Università della Santa Croce di Roma il Diploma in Cultura Cristiana dell’Educazione e della Famiglia. Sono Coordinatore di un Centro socioeducativo per minori in provincia di Lecce e sono impegnato con diversi Centri di ricerca in ambito pedagogico. Al di là dell’aspetto professionale, sono un appassionato di teatro e di calcio; seguo la squadra del mio paese, il Casarano, che milita nel campionato di serie D.  

 

Cosa le piace?

Mi piace tutto ciò che mi avvicina al bello, al buono e al vero, in tutte le sue forme e declinazioni. La mia percezione delle cose è che ciò che è bello è anche vero ed è anche buono, pertanto è anche utile.

 

 

Cosa non le piace?

Tutto ciò che mi allontana dal bello, dal buono e dal vero: la violenza, l’arroganza, l’egoismo, la superficialità, la meschinità. E, come dice una poesia di una giovane autrice, non mi piace “quel continuo puntare il dito e non guardare invece quante note colorate può contenere un’anima”.

 

Invece nella sua vita cosa reputa fondamentale?

L’amore che mi circonda, quello della mia famiglia e dei miei pochi ma fondamentali amici.

 

 

Il libro più bello che ha letto negli ultimi 3 anni?

Ne cito tre, un romanzo, un saggio e una raccolta di poesie: “L’appello” di Alessandro D’Avenia, “Di padre in figlio” di Franco Nembrini, “Come il bozzolo alla farfalla” di Francesco Maria Marino.

 

 

C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?

“Chiunque voglia sinceramente la verità è sempre spaventosamente forte” (Fedor Dostoevskij)